Ci svegliamo alle 6:30 invece che alle 8 previste: tutto sommato “per noi” è mezzogiorno e mezzo!
Facciamo colazione con ciambelle e quelli che diventeranno dei must forzati di ogni colazione a venire: orange juice e grapes jelly / apple jelly. Una colazione che ci imballa al punto da farci saltare il pranzo e cenare soltanto, verso le 18, al MacDonald’s dell’Air and Space Museum.
Torniamo alla Casa Bianca per vederla con la luce del giorno e poi, lì accanto, facciamo un giro nel suo improbabile ed esilarante gift shop (ebbene sì, la Casa Bianca ha un gift shop, come quasi tutto qui negli USA).
Al che prendiamo a girare per tutto quello che ha da offrire lo sconfinato “Washington Mall”: il Museo di Storia Naturale, la National Gallery, il Campidoglio, la Modern National Gallery, l’Air and Space Museum, l’Obelisco (monumento a Washington), il WWII Memorial, e il Lincoln Memorial. Torniamo appagati (e distrutti) in albergo alle 21.
Gli americani, come già avevamo intuito dai film o dal nostro viaggio a New York, sono davvero molto fieri e patriottici, e il filmino mostrato prima del tour al Campidoglio illustra significativamente il loro spirito, riassumibile nel motto latino (da loro buffamente storpiato nella pronuncia) “E pluribus unum”: da molti, uno solo.
Inoltre non hanno alcun pudore, cinismo o snobberia. Non solo circa la loro patria, ovviamente, ma anche nell’attaccare bottone.
Oggi una guardia dei controlli al Campidoglio, dopo aver scatenato un attimo di panico, attacca bottone con Diego non per arrestarlo, bensì complimentandosi per il suo borsello, inaugurando un’imprevista, lunghissima serie di ammirazioni per il gadget.
Non lasciatevi ingannare dalle piantine o dalle fotografie: Washington Mall è ENORME, sembra soltanto che ogni cosa sia vicina all’altra, ma in realtà, per fare un esempio, ci vogliono 20 minuti buoni a passo spedito solo dall’Obelisco fino al Lincoln Memorial. Il parco è tutto molto curato e pulito, c’è un po’ di schifo e guano solo vicino alla reflecting pool per via degli
uccelli. Ci sono molte
fontanelle, basta abituarsi
al sapore di cloro. All’ Air
and Space Museum abbiamo
la prova scientifica definitiva
che Diego è gelido e può
ambire al massimo a 34 o
35°C, e non è un buon segno!
33°C